
Enfleurage è termine antico, tecnicamente è un modo per estrarre l’essenza, la parte più pregiata dei fiori per farne profumo.
Lo abbiamo adottato su suggerimento di Luciana Pice, nostra Musa e guida in un’avventura che per me non ha precedenti.
Mi è sembrato il modo migliore per definire il processo al quale ambiamo da tempo: trarre da noi il meglio che c’è. Per questo per descrivere chi siamo ci sembra più appropriato dire cosa facciamo.
Siamo il fine ed il mezzo di una sublimazione possibile e accessibile a tutti.
Sono Luciana Pice, una Consulente Olfattiva, o una “nasotipista” come qualcuno ha detto di me.
Un’esteta con l’ambizione di cogliere il segno di essenze indomite, tipiche di ogni essere umano.
Il naso non mente e racconta. Il naso non mente e orienta. Il naso non mente e sceglie. Il naso ci coglie nell’attimo che fugge ed il naso ci aiuta a fuggire quando è ora di salvarsi o puntare ad altro.
Ogni demone ha la sua epifania e ogni fata ha la sua scia. L’una e l’altra si svelano in piramidi olfattive, in note di cuore e di testa tutte da accordare.
I profumi sono la cifra del mio tempo, la guida dei miei percorsi felici, ciò che mi raccoglie in principio e desiderio.
Coltivo emozioni olfattive per capire il mondo e me stessa, l’interpretazione più fedele di noi, dall’inizio alla fine.
In questo spazio fisico, nel cuore della Valle d’Itria, continuo a sperimentare architetture inedite di euforia e benessere, misurando a naso, i bisogni e le attese più profonde di donne e uomini ancora in cerca di pelle e slanci vitali.

Enfleurage è un altro avamposto del pianeta sul quale immagino di essere, a metà strada fra l’allora e l’adesso, tra Parigi e la campagna pugliese, su foglie di vite piena di storia, su pagine balsamiche e metafisiche nella quale il tempo non è mai perduto ma ritrovato in ampolle artistiche.
Ad Enfleurage aiuto a comprendere la grammatica dei profumi, quella tipica dei ricordi inespressi, quella che serve ad ognuno di noi per mettere insieme i periodi persi della propria vita, quella che ci aiuta a parlare con la parte più intima di noi, quella che ci consente di dare un senso compiuto “al non ancora” che timido fermenta.
Tutto il resto, quello che qui non ho scritto, appartiene a chi vorrà tradurre in fatti le parole, a chi vorrà entrare in questo avamposto e vivere con me un’esperienza unica e su misura, alchemicamente puntata su orizzonti olfattivi forse ancora tutti da decifrare.